lunedì 31 ottobre 2005

ALCUNE FOTO DELL'ESCURSIONE A TORVISCOSAF

Il viale dei servizi

Il museo

Cortili sul retro degli edifici plurifamiliari

Il complesso scolastico visto dal parco pubblico

Elementi decorativi per abbellire i finchi delle case operaie prospicienti il parco

La facciata con un ordine semplificato progettata da Giovanni De Min per la scuola

Edilizia popolare seriale

La moderna centrale elettrica

Casa plurifamiliare tipo per gli agricoltori

Forme dell'archietttura dei borghi agricoli

La serialità delle case a schiera degli operai


Monumento commemorativo all'impresa di 

L'ingresso alla fabbrica

Composizione di volumi e scultura

Il teatro per gli operai

La piscina pubblica del 1938



domenica 23 ottobre 2005

La “città nuova” e i paesaggi della nifica

Domenica 23 ottobre  2005

La “città nuova” e la bonifica: il caso di Torviscosa

Escursione in collaborazione con sezione regionale Friuli Venezia Giulia dell'Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale (AIPAI  aipai.fvg@libero.it).



Il programma
Ritrovo alle ore 9.30 in piazza a Bagnaria Arsa, con introduzione alla lettura del territorio e delle trasformazioni agrarie seicentesche. Trasferimento a Torviscosa in auto con alcune brevi soste per la lettura delle sistemazione agrarie e delle modalità edilizie della ristrutturazione agraria. Visita della città e della campagna a piedi, compreso il raggiungimento della borgata di Malisana. Rientreremo poi a Torviscosa nel pomeriggio. Pranzo al sacco.

Prenotazione, preferibilmente entro venerdì 21 settembre presso info@legambiente.fvg.it oppure presso pordenone@legambiente.fvg.it o telefonando allo 3408645904


Torviscosa è uno straordinario episodio insediativo centrato su un “piano” a scala territoriale che ridisegnò un’area molto ampia della bassa friulana. La costruzione di una città e società agro-industriale modellò i luoghi rendendo evidente anche nelle forme fisiche il rapporto che intercorreva tra i campi coltivati a canna fragile e la fabbrica di cellulosa. Gli edifici della “città”, alle stregua delle grandi aziende agricole, mostrano l’intento unitario e razionalista dell’impresa di Marinotti. Questo singolare progetto territoriale, ora in parte deteriorato, ha un valore storico e documentario di statura nazionale e deve essere impegno di tutta la comunità regionale il suo restauro in quanto bene culturale e paesaggistico che non ha un valore esclusivamente locale.
Durante l'escursione visiteremo un transetto di pianura che va dalle risorgive alla laguna e i limitanei paesaggi fluviali dell’Ausa e del Corno evidenziando l'aspetto dei segni ancora visibili delle seicentesche bonifiche realizzate dai Savorgnan a Torre di Zuino. Progetti e libri dell'epoca alla mano percorreremo l'impianto della città agroindustriale progettata tra il 1936 e il 1939 dall'architetto De Min riconoscendo le testimonianze dell'archeologia industriale e gli episodi di architettura sociale interni alla città.
Rileveremo come l'impianto novecentesco sia in profonda crisi per la separazione delle due aziende (industriale e agricola) che un tempo costituivano un unico patrimonio paesaggistico e che ora sono prive di qualsiasi forma di protezione adeguata.
Verificheremo inoltre i cambiamenti paesaggistici introdotti dalla sostituzione della coltivazione della canna fragile con le colture tipiche della bassa friulana (pioppeto, bosco, prato stabile, ecc).
Con l'iniziativa vogliamo sollecitare un'attenzione regionale verso questo monumento territoriale ponendo il tema della ricostruzione dei paesaggi compatibili con quelli della canna fragile non più coltivata. Allo stesso tempo vogliamo denunciare il fatto che il complesso industriale è considerato alla stregua di qualsiasi altra area industriale friulana e con come uno dei principali patrimoni dell'archeologia industriale in Friuli.


domenica 2 ottobre 2005

Il Campo di Osoppo-Gemona

Domenica 2 ottobre  2005

Il Campo di Osoppo-Gemona: i residui della glaciazione nel paesaggio ed il lago sotterraneo; le acque di risorgiva raccolte dal Ledra; dai mulini e dalle segherie alle grandi opere irrigue ed acquedottistiche.
Il programma
Ritrovo alle ore 9.00 a S. Floreano di Buja (SP Osovana), in piazza delle Acque con parcheggio delle auto; visita al Mulino Pastor e alla Latteria;
trasferimento costeggiando il Ledra per raggiungere, circa 5 km, a Molin del Bosso la sede degli impianti del CAFC spa verso le 11.30 circa, con visita guidata fino alle 12.00 circa, conclusa in loco da uno spuntino finale con prodotti del territorio.
Recupero della auto verso le 13.00 – 13.30 e trasferimento, per chi intende concludere la giornata, a Ospedaletto di Gemona, largo Beorcje, per raggiungere il Mulino Cocconi. A piedi per raggiungere l’argine del Tagliamento, circa 3 km, costeggiando il Lago Minisini e, alle 15.30, visita all’opera di presa del Consorzio Ledra-Tagliamento.
Alle 17.00 rientro al Mulino, visita del Centro di educazione ambientale e merenda con il pan di sorc.
Ai partecipanti saranno consegnati materiali informativi, pubblicazioni e cd, relativi alle visite.
I temi
Il Campo di Osoppo-Gemona è una vasta pianura posta al centro del Friuli, solcata dal Tagliamento e completamente circondata da rilievi. Costituisce la testimonianza diretta di eventi geologici recenti ma assai rilevanti: deriva dal riempimento di un enorme lago, profondo fino ad un centinaio di metri, formatosi con il ritiro del ghiacciaio tilaventino.
Ai tempi dell’ultima glaciazione, tra 80.000 e 10.000 anni fa, una gigantesca colata di ghiaccio scendeva lungo la valle del Tagliamento. Il suo spessore all’altezza di Ospedaletto era di 900 m; da questa immensa coltre fuoriuscivano le cime dei monti San Simeone e Brancot e parte della dorsale del Cjampon. Le tracce del passaggio sono ancora oggi visibili nelle forme arrotondate che hanno assunto le alture meno elevate, come il Cumieli, o le lisciature apportate ai fianchi dei versanti, quasi che il ghiacciaio li avesse levigati. Questa azione erosiva, già in atto a monte lungo le numerose valli alpine, comportava, contestualmente alla lenta discesa del ghiacciaio, il trasporto di una gran massa di detriti che venivano depositati ai lati o sul fronte dove il ghiaccio si scioglieva. La massima espansione glaciale raggiunse un allineamento che da Ragogna passava per San Daniele, Rive d’Arcano, Fagagna, Moruzzo e Tricesimo. Qui venne addossata una quantità enorme di materiale che formò le colline che oggi costituiscono l’Anfiteatro Morenico. Parte dello stesso materiale si disperse verso sud trasportato dai torrenti di fusione, dando così origine alla Pianura Friulana.
Successivamente l’aumento generalizzato della temperatura comportò lo scioglimento del ghiacciaio e la formazione di un vastissimo lago, corrispondente all'attuale Campo di Osoppo-Gemona, che verso nord si prolungava in due rami fino a Venzone e Somplago. Il Tagliamento fungeva da immissario, confluendo nel braccio orientale. La sua notevole portata solida, fatta di ghiaie e sabbie, determinò il progressivo riempimento del bacino, a cui contribuirono pure gli apporti che pervennero dai vari torrenti prealpini (Vegliato e Orvenco a est, Palâr e Leale a ovest). Oggi, a distanza di 10.000 anni, la trasformazione si è quasi completata (il Lago di Cavazzo o dei Tre Comuni costituisce il lembo residuo dell'antico lago, all'estremità del braccio occidentale, più protetto dall'alluvionamento). La massa lacustre non si è però estinta, persiste ancora sotto forma di una vasta falda freatica che si estende a pochi metri di profondità, il cui deflusso verso sud, in parte bloccato per la presenza dei depositi morenici poco permeabili, dà origine ad un articolato sistema di risorgive di cui il Ledra è il fiume collettore.
Nel corso dei secoli gli abitanti della piana hanno cercato di sfruttare al meglio le acque del Tagliamento mediante derivazioni e canali che utilizzassero la forza motrice dell'acqua e nel contempo risolvessero il problema della siccità dell'agro: l'antica roggia di Gemona, detta Plovia cioè pubblica, sin dal Medioevo svolse questa funzione, ospitando numerosi impianti (mulini, segherie, battiferri) che contribuirono allo sviluppo della comunità. Nell'Ottocento le esigenze dell'agricoltura richiesero investimenti notevoli soprattutto nel settore osovano del Campo e comportarono l'apertura della Roggia Venchiarutti, che il Consorzio di bonifica Ledra-Tagliamento utilizzò successivamente per la realizzazione dell'ultimo tronco del canale omonimo in cui venne incorporata.
Oggi il Campo di Osoppo-Gemona continua ad assumere un rilevante valore strategico, soprattutto per la presenza nel sottosuolo della maggiore riserva di acqua potabile della Regione. Oltre allo sfruttamento delle acque superficiali da parte del Consorzio Ledra-Tagliamento, nella zona di Molino del Bosso tra Artegna, Buia e Gemona operano le pompe del Consorzio per l'Acquedotto del Friuli Centrale che riforniscono 300 mila persone della Provincia di Udine. Su uno dei settori più sensibili della piana è insediata la Zona Industriale di Rivoli di Osoppo, il cui impatto sull'ambiente richiederebbe a posteriori un'attenta disamina. E' il segno inequivocabile di una centralità non solo geografica: i tempi sono cambiati, ma è l'acqua che continua a rappresentare la ricchezza e il limite di questo lembo pianeggiante del Friuli.
Modalità di partecipazione
Presenza massima di 50 persone.
Percorsi adatti a tutti, compresi bambini. Iscrizione 3 euro.

Prenotazione, preferibilmente entro giovedì 29 settembre presso info@legambiente.fvg.it oppure presso ecomuseoacquegemonese@virgilio.it