Domenica 16 settembre
Ritrovo ore 9,30 di fronte
al cimitero di Zolla di Monrupino
Percorso
L’escursione si snoderà in due diversi itinerari. Il primo
dedicato alla rocca di Monrupino e alla dolina insediata di Tomai, mentre il
secondo ci farà percorrere i rilievi del bordo dell’altipiano carsico a San
Daniele. La predisposizione di due auto di appoggio a metà dell’itinerario
permetterà agli autisti di recuperare le auto.
Alla sera
chi vuole si potrà fermare per mangiare con noi presso una trattoria carsolina.
Tempo di percorrenza: 8 ore
Si tratta di un’escursione priva di difficoltà escursionistiche
e per lo più su percorsi stradali poco frequentati. Dislivello: 100 m
Motivazioni per la
scelta dell’itinerario
Uno
dei primi luoghi oggetto delle attenzioni della Regione nella revisione di
vincoli paesaggistici a volte vecchi di mezzo secolo è stato quello del
santuario di Monrupino, un luogo posto su un confine di stato, ma centrale
rispetto al paesaggio del Carso. L’ambiente qui non ha subito straordinarie
trasformazioni se non quelle legate al processo naturale di espansione della
vegetazione sui pascoli abbandonati. Come una sorta di acropoli, il recinto
fortificato del santuario è uno straordinario balcone paesaggistico dal quale di
diramano antichi sentieri.
Dalla
chiesa incastellata partiremo alla volta della sola cittadina medievale
costruita in questo speciale ambiente geologico prefiggendoci l’intento di
attraversare le doline caratterizzate da impianti vitivinicoli antichi di Terrano
e Malvasia. L’ambiente delle vigne di Dutovlje e di Tomai è del tutto speciale
per la forma dei supporti morti alle piante. L’uso del legno assume dei valori
grafici importanti e scandisce una sorta di misura per la grande dolina di
terra rossa. Visiteremo anche le praterie abbandonate tanto care
all’iconografia di Luigi Spacal che incontreremo nelle opere conservate nel
museo a lui dedicato a San Daniele. Visiteremo anche la casa natale di Max
Fabiani, famoso architetto nella Vienna di fine secolo, che qui rappresentò
come un segno di alterità paesaggistica il grande gelso che cresce ancora nel
cortile dell’abitazione: il gelso dei Fabiani. Mentre questa pianta
nell’udinese caratterizza il ricordo di attività produttive legate alla
bachicoltura, nel Carso il gelso adornava i cortili delle abitazioni con la
realizzazione di estese pergole. Dalla casa dei Fabiani a piedi percorreremo la
strada che conduceva l’architetto nella cittadina della quale fu sindaco
durante il periodo fascista e avremo così modo di vedere alcune sue opere
progettate con una speciale sensibilità al paesaggio.
Costruzioni nel recinto fortificato a Monrupino
Serie di grafiche di Spacal
Il gelso dei Fabiani di Max Fabiani
Descrizione del
percorso
La
chiesa di Monrupino (Repentabor in Sloveno) è appunto un “Tabor” sloveno. Cioè
si tratta di un edificio sacro fortificato presso il quale trovava rifugio la
popolazione dei villaggi vicini in occasione di incertezze militari e
incursioni turche. Il colle con i suoi 418 m sul livello del mare è uno dei più
alti rilievi del Carso ed ospita il santuario dedicato all'Assunta e alcuni
edifici di antica costruzione ben restaurati. Il grande cortile è una
straordinaria balconata che si affaccia sull’altipiano e anche per questo
l’area fu insediata in età preistorica da un castelliere.
Scenderemo
dal colle per scendere verso una delle zone agricole più interessanti del
Carso, quella che è specializzata nella produzione del vino Terrano, un vino
nero denso prodotto da una terra rara e di colore rosso. Ci interessa
soprattutto cogliere, proprio in questa stagione, il disegno delle vigne
contrapposte alla prima fascia di territorio, un tempo utilizzato come pascolo,
oggi abbandonato e selvatico. Negli ultimi venti anni nella dolina di Tomai si
è visto un progressivo recupero delle attività di coltivazione della vite con
modalità di tipo tradizionale e quindi una sostanziale conservazione delle
forme paesaggistiche a differenza di quello che sta accadendo nella valle del
Vipacco e nel Collio sloveno.
Arrivati
nel borgo di Dutovlje Riprenderemo le auto per trasferirci a una decina di
chilometri, a Kobdilj, vicino a San Daniele
del Carso. Lasceremo le auto nei pressi della ferrovia transalpina e saliremo
alla piccola borgata in antico sede di un castelliere e patria di Max Fabiani,
uno dei più importanti architetti della mitelleuropa a cavallo del ‘900. Nel
cortile della sua casa, incendiata durante la seconda guerra mondiale, c’è uno
straordinario gelso che lo stesso Fabiani dipinse in una cartolina qui allegata.
Il grande albero, che ogni anno veniva potato, caratterizzava l’importante
spazio aperto sul quale la famiglia borghese abitava dal 1792. C’è chi crede
che questo sia l’esemplare di gelso più grande della Slovenia. Vicino alla casa
c’è una sorgente d’acqua, bene preziosissimo per una zona carsica, che era
proprietà dei Fabiani, ma che Max rese pubblica negli anni ’30.
Ci avvicineremo alla cittadina medievale di San
Daniele posta sul colle poco discosto lungo un panoramico e corto sentiero
dedicato proprio a Max che ci farà transitare per la chiesetta di Sv. Gregor
dove giacciono le spoglie dell’architetto e della sua famiglia.
L’architetto nacque qui nel 1865 ma la sua attività professionale si
svolse soprattutto a Vienna dove collaborò con Otto Wagner durante i progetti
di espansione della città e nel periodo della definizione di uno stile
modernista. E’ stato anche un importante urbanista e a lui si devono i piani
urbanistici di Lubiana e di Gorizia. E’ proprio a Lubiana che l’archiettto
conseguirà la maturità scientifica presso la Realschule di Lubiana, mentre nel 1883,
si iscriverà al Politecnico di Vienna dove intraprese gli studi di architettura
conseguendo, nel 1892, il titolo di Diplom Architekt (Laurea in Architettura).
Nel 1896 intraprese la carriera accademica al Politecnico, diventando
Assistente del prof. Karl Konig alla Cattedra di Composizione e, nel 1898,
Professore incaricato di Storia dell'Architettura antica.
Giungeremo a San Daniele toccando il
giardino che Fabiani progettò negli anni ’30 per i cugini Ferrari, per i quali
costruì anche una strada carrabile progettata come un belvedere e la residenza
con uno stile storicista, frutto dei suoi studi sulla casa del Carso.
L’escursione ci permetterà di visitare quanto dell’opera si è salvato
dalla distruzione della seconda guerra mondiale. Nel 2001 il comune di Komen ha
ripristinato un sentiero dedicato al grande architetto attivo tra Trieste,
Lubiana, Gorizia e Vienna tra la fine del ‘800 e i primi tre decenni del ‘900.
A San Daniele visiteremo anche la mostra di Luigi Spacal, uno dei
principali artisti giuliani, allestita all’interno del restaurato castello. La
sua opera ha un riferimento esplicito con il territorio carsico che amò e
descrisse in quasi tutte le sue opere partendo da un processo di
semplificazione dell’ambiente conosciuto e percepito, cogliendone solo gli
elementi strutturali. La galleria delle opere è posta all’interno del castello
restaurato ed è interamente dedicata all’opera di Lojze Spacal
(Trieste 1907-2000).
PS. A San Daniele del Carso è ambientato anche uno dei romanzi di
Fulvio Tomizza, Franziska.
Bibliografia utile
Max
Fabiani architetto, a cura di M. Pozzetto, Gorizia, Budin, 1966
Max
Fabiani: nuove frontiere dell'architettura, a cura
di M. Pozzetto, Venezia, Marsilio, 1988
Max
Fabiani, Sulla
cultura delle città: scritti 1895-1960, a cura di M.
Pozzetto, Trieste, Editoriale Stampa Triestina, 1988
Marco
Pozzetto, Max
Fabiani, Trieste, MGS Press, 1998.
Per partecipare
La
passeggiata si svilupperà prevalentemente su strade campestri e sentieri quindi
consigliamo scarpe da ginnastica o da trek e un abbigliamento “a cipolla” nel
caso ci sia vento.
Il
ritrovo è previsto di fronte al cimitero di Zolla dotato di molti posti auto.
Chi arriverà in ritardo dovrà raggiungerci in cima al colle fortificato. Per il
pranzo tutti dovranno essere dotati di cibo al sacco.
L’escursione
prevede una lenta camminata fino alla dolina piena di vigne con lunghi momenti
dedicati alla discussione e all’osservazione. Comunque è priva di
difficoltà. Chi viene con i figli è
pregato di prestare a loro le dovute attenzioni.
Vi
raccomandiamo un abbigliamento conforme alla stagione variabile soprattutto in
considerazione delle previsioni del tempo.
Per i problemi finanziari
dell’associazione le escursioni di Scarpe & Cervello non saranno più
gratuite, ma sottoposte a una quota di rimborso spese per compensare i costi
organizzativi. I non iscritti pagheranno 5 euro mentre gli iscritti 3. Per i
bambini rimane tutto gratuito.
Numero
massimo di adesioni: cinquanta con obbligo di prenotazione.
Per
informazioni e prenotazioni:
Moreno
Baccichet: 043476381, oppure 3408645094, moreno.baccichet@gmail.com
Legambiente
del Friuli Venezia Giulia: 0432 295483, info@legambientefvg.it,
in orario d’ufficio
Informazioni
aggiornate saranno inserite nel sito dell’associazione: www.legambientefvg.it
e www.scarpecervello.blogspot.it