lunedì 10 settembre 2012

Tra Doline, colli e vigne: da Monrupino a San Daniele del Carso


Domenica 16 settembre

Ritrovo ore 9,30 di fronte al cimitero di Zolla di Monrupino





Percorso
L’escursione si snoderà in due diversi itinerari. Il primo dedicato alla rocca di Monrupino e alla dolina insediata di Tomai, mentre il secondo ci farà percorrere i rilievi del bordo dell’altipiano carsico a San Daniele. La predisposizione di due auto di appoggio a metà dell’itinerario permetterà agli autisti di recuperare le auto.
Alla sera chi vuole si potrà fermare per mangiare con noi presso una trattoria carsolina.

Tempo di percorrenza: 8 ore
Si tratta di un’escursione priva di difficoltà escursionistiche e per lo più su percorsi stradali poco frequentati.  Dislivello: 100 m

Motivazioni per la scelta dell’itinerario             
Uno dei primi luoghi oggetto delle attenzioni della Regione nella revisione di vincoli paesaggistici a volte vecchi di mezzo secolo è stato quello del santuario di Monrupino, un luogo posto su un confine di stato, ma centrale rispetto al paesaggio del Carso. L’ambiente qui non ha subito straordinarie trasformazioni se non quelle legate al processo naturale di espansione della vegetazione sui pascoli abbandonati. Come una sorta di acropoli, il recinto fortificato del santuario è uno straordinario balcone paesaggistico dal quale di diramano antichi sentieri.
Dalla chiesa incastellata partiremo alla volta della sola cittadina medievale costruita in questo speciale ambiente geologico prefiggendoci l’intento di attraversare le doline caratterizzate da impianti vitivinicoli antichi di Terrano e Malvasia. L’ambiente delle vigne di Dutovlje e di Tomai è del tutto speciale per la forma dei supporti morti alle piante. L’uso del legno assume dei valori grafici importanti e scandisce una sorta di misura per la grande dolina di terra rossa. Visiteremo anche le praterie abbandonate tanto care all’iconografia di Luigi Spacal che incontreremo nelle opere conservate nel museo a lui dedicato a San Daniele. Visiteremo anche la casa natale di Max Fabiani, famoso architetto nella Vienna di fine secolo, che qui rappresentò come un segno di alterità paesaggistica il grande gelso che cresce ancora nel cortile dell’abitazione: il gelso dei Fabiani. Mentre questa pianta nell’udinese caratterizza il ricordo di attività produttive legate alla bachicoltura, nel Carso il gelso adornava i cortili delle abitazioni con la realizzazione di estese pergole. Dalla casa dei Fabiani a piedi percorreremo la strada che conduceva l’architetto nella cittadina della quale fu sindaco durante il periodo fascista e avremo così modo di vedere alcune sue opere progettate con una speciale sensibilità al paesaggio.



Costruzioni nel recinto fortificato a Monrupino




     
Serie di grafiche di Spacal



Il gelso dei Fabiani di Max Fabiani


Descrizione del percorso           
La chiesa di Monrupino (Repentabor in Sloveno) è appunto un “Tabor” sloveno. Cioè si tratta di un edificio sacro fortificato presso il quale trovava rifugio la popolazione dei villaggi vicini in occasione di incertezze militari e incursioni turche. Il colle con i suoi 418 m sul livello del mare è uno dei più alti rilievi del Carso ed ospita il santuario dedicato all'Assunta e alcuni edifici di antica costruzione ben restaurati. Il grande cortile è una straordinaria balconata che si affaccia sull’altipiano e anche per questo l’area fu insediata in età preistorica da un castelliere.
Scenderemo dal colle per scendere verso una delle zone agricole più interessanti del Carso, quella che è specializzata nella produzione del vino Terrano, un vino nero denso prodotto da una terra rara e di colore rosso. Ci interessa soprattutto cogliere, proprio in questa stagione, il disegno delle vigne contrapposte alla prima fascia di territorio, un tempo utilizzato come pascolo, oggi abbandonato e selvatico. Negli ultimi venti anni nella dolina di Tomai si è visto un progressivo recupero delle attività di coltivazione della vite con modalità di tipo tradizionale e quindi una sostanziale conservazione delle forme paesaggistiche a differenza di quello che sta accadendo nella valle del Vipacco e nel Collio sloveno.
Arrivati nel borgo di Dutovlje Riprenderemo le auto per trasferirci a una decina di chilometri, a Kobdilj, vicino a San Daniele del Carso. Lasceremo le auto nei pressi della ferrovia transalpina e saliremo alla piccola borgata in antico sede di un castelliere e patria di Max Fabiani, uno dei più importanti architetti della mitelleuropa a cavallo del ‘900. Nel cortile della sua casa, incendiata durante la seconda guerra mondiale, c’è uno straordinario gelso che lo stesso Fabiani dipinse in una cartolina qui allegata. Il grande albero, che ogni anno veniva potato, caratterizzava l’importante spazio aperto sul quale la famiglia borghese abitava dal 1792. C’è chi crede che questo sia l’esemplare di gelso più grande della Slovenia. Vicino alla casa c’è una sorgente d’acqua, bene preziosissimo per una zona carsica, che era proprietà dei Fabiani, ma che Max rese pubblica negli anni ’30.
Ci avvicineremo alla cittadina medievale di San Daniele posta sul colle poco discosto lungo un panoramico e corto sentiero dedicato proprio a Max che ci farà transitare per la chiesetta di Sv. Gregor dove giacciono le spoglie dell’architetto e della sua famiglia.
L’architetto nacque qui nel 1865 ma la sua attività professionale si svolse soprattutto a Vienna dove collaborò con Otto Wagner durante i progetti di espansione della città e nel periodo della definizione di uno stile modernista. E’ stato anche un importante urbanista e a lui si devono i piani urbanistici di Lubiana e di Gorizia. E’ proprio a Lubiana che l’archiettto conseguirà la maturità scientifica presso la Realschule di Lubiana, mentre nel 1883, si iscriverà al Politecnico di Vienna dove intraprese gli studi di architettura conseguendo, nel 1892, il titolo di Diplom Architekt (Laurea in Architettura). Nel 1896 intraprese la carriera accademica al Politecnico, diventando Assistente del prof. Karl Konig alla Cattedra di Composizione e, nel 1898, Professore incaricato di Storia dell'Architettura antica.
Giungeremo a San Daniele toccando il giardino che Fabiani progettò negli anni ’30 per i cugini Ferrari, per i quali costruì anche una strada carrabile progettata come un belvedere e la residenza con uno stile storicista, frutto dei suoi studi sulla casa del Carso.
L’escursione ci permetterà di visitare quanto dell’opera si è salvato dalla distruzione della seconda guerra mondiale. Nel 2001 il comune di Komen ha ripristinato un sentiero dedicato al grande architetto attivo tra Trieste, Lubiana, Gorizia e Vienna tra la fine del ‘800 e i primi tre decenni del ‘900.
A San Daniele visiteremo anche la mostra di Luigi Spacal, uno dei principali artisti giuliani, allestita all’interno del restaurato castello. La sua opera ha un riferimento esplicito con il territorio carsico che amò e descrisse in quasi tutte le sue opere partendo da un processo di semplificazione dell’ambiente conosciuto e percepito, cogliendone solo gli elementi strutturali. La galleria delle opere è posta all’interno del castello restaurato ed è interamente dedicata all’opera di Lojze  Spacal  (Trieste 1907-2000).

PS. A San Daniele del Carso è ambientato anche uno dei romanzi di Fulvio Tomizza, Franziska.

Bibliografia utile            
Max Fabiani architetto, a cura di M. Pozzetto, Gorizia, Budin, 1966
Max Fabiani: nuove frontiere dell'architettura, a cura di M. Pozzetto, Venezia, Marsilio, 1988
Max Fabiani, Sulla cultura delle città: scritti 1895-1960, a cura di M. Pozzetto, Trieste, Editoriale Stampa Triestina, 1988
Marco Pozzetto, Max Fabiani, Trieste, MGS Press, 1998.

Per partecipare
La passeggiata si svilupperà prevalentemente su strade campestri e sentieri quindi consigliamo scarpe da ginnastica o da trek e un abbigliamento “a cipolla” nel caso ci sia vento.
Il ritrovo è previsto di fronte al cimitero di Zolla dotato di molti posti auto. Chi arriverà in ritardo dovrà raggiungerci in cima al colle fortificato. Per il pranzo tutti dovranno essere dotati di cibo al sacco.
L’escursione prevede una lenta camminata fino alla dolina piena di vigne con lunghi momenti dedicati alla discussione e all’osservazione. Comunque è priva di difficoltà.  Chi viene con i figli è pregato di prestare a loro le dovute attenzioni.
Vi raccomandiamo un abbigliamento conforme alla stagione variabile soprattutto in considerazione delle previsioni del tempo.

Per i problemi finanziari dell’associazione le escursioni di Scarpe & Cervello non saranno più gratuite, ma sottoposte a una quota di rimborso spese per compensare i costi organizzativi. I non iscritti pagheranno 5 euro mentre gli iscritti 3. Per i bambini rimane tutto gratuito.

Numero massimo di adesioni: cinquanta con obbligo di prenotazione.
Per informazioni e prenotazioni:
Moreno Baccichet: 043476381, oppure 3408645094, moreno.baccichet@gmail.com
Legambiente del Friuli Venezia Giulia: 0432 295483, info@legambientefvg.it, in orario d’ufficio
Informazioni aggiornate saranno inserite nel sito dell’associazione: www.legambientefvg.it e www.scarpecervello.blogspot.it