lunedì 18 aprile 2011

Perché le bonifiche friulane non assomigliano a quelle pontine?






















Esempi di bonifiche a Latina (sotto)


confrontati con quelli di Aquileia (sopra)


Verso la metà degli anni Trenta del secolo scorso le bonifiche integrali della Bassa Friulana cambiarono il volto di una importante parte della regione, proprio mentre i grandi problemi della crisi economica rendevano più acuta la disoccupazione. Una delle risposte fornite dalla classe politica locale e dal prefetto Temistocle Testa, fu quella di attivare una forma di emigrazione interna che portò centinaia di famiglie friulane a colonizzare le grandi bonifiche pontine prima, e l’Africa Orientale poi. In questa sede non ci interessa far notare le modalità di questo consistente esodo, ma il diverso esito formale raggiunto dalle bonifiche pontine rispetto a quelle friulane. Infatti, la pubblicistica fascista marcò con forza il fatto che, a famiglie povere e prive di sostentamento in patria, lo stato forniva una casa e un piccolo podere per l’autosussistenza. Una piccola proprietà da riscattare che permetteva all’agricoltore, molto spesso un mezzadro, di diventare un piccolo proprietario.