martedì 29 aprile 2014

Scarpe & Cervello 2014 | La “fortezza” FVG e le Proprietà Collettive


L'alta pianura dai primi rilievi delle colline di Fagagna

Domenica 4 maggio 2014


Castelli, fortezze e missili
Praterie, frumento e pane

Ritrovo ore 9,30 in piazza Unità a Fagagna di fronte al municipio

La prima uscita del 2014 ha il potere di contenere in sè i temi della campagna del 2013 sulle aree militari dismesse e quelli della nuova campagna relativa al tema delle proprietà collettive.
La prima iniziativa si chiuderà tra la fine di maggio e l’inizio di giugno con due giornate di convegno a Pordenone.
La seconda inizia mostrando due casi abbastanza particolari di riscoperta di una antica
consuetudine comunitaria interpretata in modo moderno, a Ciconicco e a San Marco di Mereto di Tomba.

Percorso

Tempo di percorrenza: 7 ore
Grado di difficoltà: nessuno

Abbiamo tracciato un itinerario che è una sorta di transetto dei settori più alti della pianura udinese. Un percorso capace di farci percepire il lento passaggio dagli ultimi rilievi delle colline dell’anfiteatro morenico del Tagliamento, alle zone piatte e intensamente coltivate della pianura dei grandi depositi ghiaiosi. Nel percorrere questi ambienti avremo modo di individuare diverse forme di insediamento e di organizzazione del paesaggio agrario. La linearità porosa di borghi pedemontani sgranati ai piedi dei colli per sfruttare le risorse idriche garantite dai colli, il sistema di controllo militare e di organizzazione del potere locale testimoniato dai castelli di Fagagna, Moruzzo e Villalta, l’impianto radiale dell’organizzazione degli spazi dei villaggi agricoli dell’alta pianura.
Su questo quadro paesaggistico avremo modo poi di leggere le diverse politiche degli insediamenti militari testimoniati anche dalla fortezza con cannoniere in cemento sul colle di Fagagna e la base missilistica costruita nel 1965 in piena guerra fredda nei settori più periferici della campagna del paese.
L’escursione prevede la visita a due interessanti esempi di proprietà collettive della pianura, quella di Villalta, Ciconicco e quella di San Marco di Mereto. Nel primo caso la comunità di villaggio ha ancora degli antichi diritti su una ventina di ettari di praterie che vengono affittati (i comunali denominati Lemont o Cuei di Bilite sono prati stabili). Si tratta di un bene importante per la comunità ma anche per il valore naturalistico che conserva.
Da Villata raggiungeremo una riserva di beni collettivi più consistente, a Ciconicco, dove opera la Congrua Familiare che gestisce un cospicuo patrimonio di terre coltivate a seminativo e a prato stabile. Dalla comunità degli aventi diritto è nata nel 1989 la Cooperativa Agricola Il Gelso che vedremo di incontrare. Sulle terre della comunità è stato costruito anche il campo sportivo comunale. Vedremo poi di raggiungere San Marco di Mereto per visitare una delle esperienze più recenti e virtuose di socialità e recupero delle tradizioni.

Motivazioni per la scelta dell’itinerario

Come abbiamo detto questa escursione ci permetterà di cogliere con una sola uscita alcuni elementi della campagna dell’anno scorso sulle basi militari dismesse e quella del 2014 visitando due esempi di recupero di storiche proprietà collettive.
Nel primo caso avremo modo di vedere una struttura militare del tutto speciale come la base di missili di Fagagna o meglio, di Plasencis. La struttura faceva parte del sistema di difesa antiarea del Nord Est che per il nostro settore contava quattro piattaforme di lancio: a Terzo d’Aquileia, Fontanafredda, San Donà di Piave e Placencis. L’escursione ci permetterà quindi di leggere lo speciale carattere di un sistema difensivo che affiancava quelli visitati l’anno scorso. Queste complesse basi caratterizzate dal disegno delle piazzole rivolte a Est dovevano fermare le prime fasi di un appoggio aereo all’invasione.
Per quanto riguarda invece le proprietà collettive avremo modo di attraversare i campi di comunità di Ciconcicco di Fagagna e quelli di San Marco oggi riconvertiti alla coltivazione del frumento per la produzione di un pane di comunità.
La nostra escursione partirà dalla piazza di Fagagna (ritrovo di fronte al Municipio) per salire velocemente attraversando il tipico sistema insediativo dell’ambiente morenico: il borgo agricolo ai piedi del colle, il borgo castellano costruito come una sorta di cittadina e il castello di abitanza voluto dal patriarca aquileiese per la difesa della strada pedemontana. La piccola salita ci porterà su uno dei ripiani più famosi e frequentati delle colline, un belvedere dal quale si scorge tutta l’alta pianura friulana. A sua volta il ripiano del castello di Fagagna è uno dei più famosi Landmark collinari e negli anni è stato oggetto di attenzioni da parte della normativa paesaggistica. In cima al colle visiteremo alcuni dei belvedere più importanti di questo sistema di vedute che il ministero e il comune pensarono bene di tutelare già nel 1955. In realtà fenomeni di riorganizzazione ed espansione dell’abitato e la perdita di interesse colturale del colle hanno comportato delle trasformazioni paesaggistiche che cercheremo di commentare insieme.

I resto del castello e del borgo di Fagagna sono un importante di landmark

Raggiungeremo la chiesa pievana di Fagagna che da sempre si contrappone anche simbolicamente
al colle castellano e da qui percorreremo alcune strade costruite per il servizio che dovevano fare a una struttura militare del vallo antiaustriaco progettato prima della grande guerra e mai utilizzato.
Il Forte di Fagagna è una interessante costruzione in calcestruzzo lavorato con forme massive che ospitava quattro torrette attrezzate con altrettanti cannoni che avrebbero costruito un punto di difesa capace di controllare un ampio settore della pedemontana. L’edificio si trovò in una posizione arretrata durante la prima guerra mondiale e fu del tutto inutile durante le fasi di ritirata nel 1917. Si tratta di una fortezza inutile e inutilizzata che però permette di cogliere a pieno la retorica del tema della difesa. Il suo aspetto e l’architettura raccontano i sofisticati sistemi di costruzione e organizzazione della macchina da guerra. Visiteremo la fortezza dall’esterno e poi scenderemo lungo il versante del colle alla volta di un’altra esplicita architettura di difesa: il castello di Villalta.

Il Forte di Fagagna costruito nle 1913 e mai utilizzato per scopi bellici
In questa zona i colli stanno subendo una fase di progressiva espansione dei boschetti che stanno occupando le superfici un tempo lasciate al pascolo e allo sfalcio. Nonostante tutto il sentiero che abbiamo scelto di percorrere ci permetterà di godere di prospettive lunghe verso la pianura e il cordone dei villaggi pedecollinari. Le morfologie via via più delicate ci permetteranno di cogliere il punto in cui i depositi glaciali toccano i sedimenti fluviali del materasso ghiaioso dell’alta pianura.

Il colle di Fagagna visto scendendo in pianura

A Villalta e a Ciconicco, ormai saldati in un unico sistema abitativo, avremo modo di percorrere l’insediamento poroso del pedemonte. Qui incontreremo i rappresentanti della locale proprietà collettiva che ci mostreranno i loro terreni illustrandoci le modalità di gestione.
Dai paesi pedecollinari una serie fitta rete di stradine, perpendicolari alla via principale che lambiva i colli, si inoltravano nella campagna arida su percorsi semincassati nelle ghiaie. Queste strade campestri in occasione di piogge importanti diventavano quasi dei fossi. Superate le praterie dei privati i percorsi arrivavano nelle praterie pubbliche e il pascolo brado poteva esprimersi liberamente.

Il sentiero per Villalta

Oggi questi spazi sono stati conquistati dall’agricoltura intensiva ma sono ancora ricchi di varianti paesistiche e di attrattività ecologica. Quasi sul confine con il Comune di Mereto di Tomba nel 1965 fu eretta la grande base dotata del sistema missilistico Hawk, giunto in Italia nel 1963 con la costituzione di una batteria pilota presso la Scuola Artiglieria di Sabaudia con personale addestrato negli USA. Questo esempio di base per il lancio dei missili è ancora ben leggibile nei luoghi nonostante l’abbandono ventennale ed è una occasione per registrare questi elementi ormai archeologici.

La base missilistica di Plasencis

Lasciate le campagne di Fagagna lungo strade campestri, che ricordano le privatizzazioni delle
terre comunali del XVII-XVIII secolo raggiungeremo, San Marco di Mereto di Tomba dove si è salvato, dal lento processo di erosione della proprietà collettiva, un comparto di cinque ettari di terra. L’Amministrazione frazionale dei Beni civici di San Marco nel 2012 ha rivendicato questi beni a una gestione diretta avviando una filiera corta del pane. Il progetto, incentrato sul concetto della sovranità alimentare, ha visto la messa a coltura a frumento biologico di un lotto di 2,5 ha, la macinazione presso un mulino certificato biologico e la successiva panificazione presso un panificio locale che lavora in modo tradizionale.
Si tratta quindi di una buona pratica alimentare che coglie lo spunto dal rinsaldarsi di una socialità legata all’identità locale. Questo esempio è oggi perseguito anche dai frazionisti del limitrofo villaggio di Tomba che stanno riorganizzando la gestione diretta delle terre collettive sopravvissute (meno di tre ettari).

I campi della proprietà frazionale di San Marco

Alla fine dell’escursione parteciperemo alla sagra della frazione di San Marco e chi vorrà potrà fermarsi a mangiare con noi e i vicini di San Marco premiati quest’anno dal nostro Concorso regionale Sagre e Feste Virtuose per i contenuti culturali che riescono a promuovere nel loro evento.

Per partecipare

La passeggiata si svilupperà lungo stradine e sentieri. Sono sufficienti scarpe da ginnastica o da trek e un abbigliamento “a cipolla”. Lasceremo alcune auto a San Marco e provvederemo poi a riaccompagnare gli autisti a Fagagna. Chi vuole alla fine potrà fermarsi con noi alla festa organizzata dai frazionisti di San Marco.
L’escursione prevede una camminata lenta di circa sei ore priva di difficoltà. Chi viene con i figli è
pregato di prestare a loro le dovute attenzioni.
Vi raccomandiamo un abbigliamento conforme alla stagione variabile soprattutto in considerazione delle previsioni del tempo.
Numero massimo di adesioni: cinquanta con obbligo di prenotazione.
Per informazioni: Moreno Baccichet: 043476381, oppure 3408645094, bccmrn@unife.it
Legambiente del Friuli Venezia Giulia: 0432 295483, info@legambientefvg.it, in orario d’ufficio
Informazioni aggiornate saranno inserite nel sito dell’associazione: www.legambientefvg.it e www.scarpecervello.blogspot.it
Tessera, assicurazione, quota di partecipazione: per partecipare all'iniziativa non è obbligatorio essere iscritti a Legambiente seppure, per i nostri interessi generali, questa adesione sia caldeggiata.
Coloro che infatti sono soci di Legambiente sono coperti da assicurazione sia nel caso procurino un danno a terzi, sia in caso di infortunio. Non sono assicurati i “non Soci” che partecipano alle iniziative e che dovessero infortunarsi, lo sono solo se la responsabilità del loro danno è riconducibile al Circolo o ad un Socio del Circolo stesso.
Per i problemi finanziari dell’associazione le escursioni di Scarpe & Cervello non saranno più
gratuite, ma sottoposte a una quota di rimborso spese per compensare i costi organizzativi. I non iscritti pagheranno 5 euro mentre gli iscritti 3. Per i bambini rimane tutto gratuito.
Il pranzo di norma sarà frugale e al sacco. Dove precisato ci sarà la possibilità di accedere a forme di ospitalità locale di qualità fruendo di locali e ristori dotati di un particolare valore aggiunto. Ogni partecipante penserà a sé, ma se qualcuno porta vino e dolci anche per gli altri sarà particolarmente apprezzato.