mercoledì 3 luglio 2013

Alcune foto della Pontebba Chiusaforte

Stefano Meroi ha costruito un percorso fotografico che documenta l'esperienza della passeggiata da Pontebba a Chiusaforte che merita qualche commento.
Nel settore centrale del villaggio la frattura della ferrovia del 1879 sembra quella originale, ma come si può vedere in basso a destra, alcuni binari del grande scalo merci sono stati tolti recentemente a seguito dell'abbandono delle attività doganali.
La Caserma Zanibon è stata quasi completamente demolita e solo un edificio è ancora utilizzato dall'Ana, mentre gli edifici della caserma Fantina sono stati lasciati in piedi e nel degrado aspettando una qualche idea di recupero.
A Pontebba gli sazi del degrado sono ancor superiori a quelli delle caserme perché ci sono molti edifici residenziali un tempo costruiti dall'esercito per le famiglie degli ufficiali e oggi completamente abbandonati. Solo gli spazi esterni vengono mantenuti con il taglio dell'erba e un inutile costo per lo stato. Non si capisce perché l'esercito conservi questi immobili nel più assoluto abbandono se le prospettive di una presenza militare in zona sembrano essere definitivamente scemate.


La caserma Bertolotti è osta lungo la ex statale e al momento è utilizzata parzialmente dal comune di Pontebba. Gli edifici di magazzino posti a destra della foto sono stati ricavati nel tempo da una modifica sostanziale delle aree golenali del Fella e ancora oggi, come nel 203 rischiano di venire invasi da acqua e fango. Tra le varie e a volte assurde proposte che hanno accompagnato la proposta di un riutilizzo della caserma non abbiamo mai letto dell'ipotesi di costruire un progetto di riequilibrio idraulico ridando al fiume le sue pertinenze golenali dopo la distruzione dei capannoni.
Gli spazi di svago destinati un tempo ai soldati.
L'attacco del percorso ciclopedonale sul sedime della prima ferrovia della Pontebbana

La prima postazione di mitragliatrice mimetizzata  nella parete della roccia che si incontra percorrendo la ferrovia. 
Alla ricerca dell'accesso al sistema di gallerie che conduceva alle postazioni di tiro
Lungo la ferrovia alcuni accessi nascosti alle gallerie permettevano di raggiungere le postazioni di tiro poste una decina di metri più in basso lungo la statale. Gli accessi non sono facili da individuare perché sono mascherati e poi blindati, con camere stagne successive.

La pista ciclabile lungo la ferrovia è quasi completata ma presenta ancora un problema legato alle potenzialità di racconto che questo lungo manufatto ha. Infatti le opere edilizie sono di straordinario valore archeologico e dovrebbero essere spiegate, così come si dovrebbe cogliere l'occasione per segnalare letture e punti di vista che possano aiutare il visitatore nella lettura del paesaggio della Val Canale.
Questo che sembra un fienile abbandonato è invece una parete finta costruita per mimetizzare l'accesso a un sistema ramificato di gallerie che conducevano alle postazioni di tiro poste lungo la strada statale.
Un punto in cui a Pietratagliata, nei pressi della polveriera abbandonata, si incrociano il viadotto autostrale e i ponti della vecchia statale e della ferrovia.
L'importante trave reticolare che sorregge il viadotto ottocentesco prima di arrivare a Dogna


Dogna e il viadotto della statale vista da quello della ferrovia

Postazioni militari ogni tanto compaiono soprattutto nei pressi di pareti rocciose non invase dalla vegetazione
La ferrovia trasformata in pista ciclabile con i lavori del 2013
Il nuovo percorso ciclopednale è uno straordinario punto di osservazione sul rapporto che l'uomo ha avuto rispetto alla stretta del Canal del Ferro trsformatosi poco alla volta in un corridoio infrastrutturale

Il viadotto del 1879 è un'opera di straordinario interesse architettonico, mentre le aree abbandonate della vecchia statale testimoniano come non si sia pensato di sfruttare l'ipotesi di un utilizzo anche turistico rimodellando il sedime stradale e cogliendo l'occasione di progettare e collegare il villaggio di Chiusaforte con i luoghi della Chiusa medievale.
La caserma di Chiusaforte è passata al comune che non sa come riconvertirla, ma la situazione dei trentadue appartamenti degli ufficiali è ben peggiore: questo patrimonio immobiliare non è nemmeno stato messo in vendita e inutilizzato,sta progressivamente degradando. Allo stesso tempo viene da chiedersi quale futuro possano avere questi appartamenti in un paese nel quale da quando è stata chiusa la caserma hanno chiuso una decina di negozi e bar e il fenomeno degli alloggi in vendita è aumentato a vista d'occhio.


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