Domenica 2 ottobre 2005
Il Campo di Osoppo-Gemona: i residui
della glaciazione nel paesaggio ed il lago sotterraneo; le acque di risorgiva
raccolte dal Ledra; dai mulini e dalle segherie alle grandi opere irrigue ed
acquedottistiche.
Il
programma
Ritrovo alle ore 9.00 a S.
Floreano di Buja (SP Osovana), in piazza delle Acque con parcheggio delle auto;
visita al Mulino Pastor e alla Latteria;
trasferimento costeggiando il
Ledra per raggiungere, circa 5 km, a Molin del Bosso la sede degli impianti del
CAFC spa verso le 11.30 circa, con visita guidata fino alle 12.00 circa,
conclusa in loco da uno spuntino finale con prodotti del territorio.
Recupero della auto verso le
13.00 – 13.30 e trasferimento, per chi intende concludere la giornata, a
Ospedaletto di Gemona, largo Beorcje, per raggiungere il Mulino Cocconi. A
piedi per raggiungere l’argine del Tagliamento, circa 3 km, costeggiando il
Lago Minisini e, alle 15.30, visita all’opera di presa del Consorzio Ledra-Tagliamento.
Alle 17.00 rientro al Mulino,
visita del Centro di educazione ambientale e merenda con il pan di sorc.
Ai partecipanti saranno
consegnati materiali informativi, pubblicazioni e cd, relativi alle visite.
I
temi
Il Campo di Osoppo-Gemona è una
vasta pianura posta al centro del Friuli, solcata dal Tagliamento e
completamente circondata da rilievi. Costituisce la testimonianza diretta di
eventi geologici recenti ma assai rilevanti: deriva dal riempimento di un
enorme lago, profondo fino ad un centinaio di metri, formatosi con il ritiro
del ghiacciaio tilaventino.
Ai tempi dell’ultima glaciazione,
tra 80.000 e 10.000 anni fa, una gigantesca colata di ghiaccio scendeva lungo
la valle del Tagliamento. Il suo spessore all’altezza di Ospedaletto era di 900
m; da questa immensa coltre fuoriuscivano le cime dei monti San Simeone e
Brancot e parte della dorsale del Cjampon. Le tracce del passaggio sono ancora
oggi visibili nelle forme arrotondate che hanno assunto le alture meno elevate,
come il Cumieli, o le lisciature apportate ai fianchi dei versanti, quasi che
il ghiacciaio li avesse levigati. Questa azione erosiva, già in atto a monte
lungo le numerose valli alpine, comportava, contestualmente alla lenta discesa
del ghiacciaio, il trasporto di una gran massa di detriti che venivano
depositati ai lati o sul fronte dove il ghiaccio si scioglieva. La massima
espansione glaciale raggiunse un allineamento che da Ragogna passava per San
Daniele, Rive d’Arcano, Fagagna, Moruzzo e Tricesimo. Qui venne addossata una
quantità enorme di materiale che formò le colline che oggi costituiscono
l’Anfiteatro Morenico. Parte dello stesso materiale si disperse verso sud
trasportato dai torrenti di fusione, dando così origine alla Pianura Friulana.
Successivamente
l’aumento generalizzato della temperatura comportò lo scioglimento del
ghiacciaio e la formazione di un vastissimo lago, corrispondente all'attuale
Campo di Osoppo-Gemona, che verso nord si prolungava in due rami fino a Venzone
e Somplago. Il Tagliamento fungeva da immissario, confluendo nel braccio
orientale. La sua notevole portata solida, fatta di ghiaie e sabbie, determinò
il progressivo riempimento del bacino, a cui contribuirono pure gli apporti che
pervennero dai vari torrenti prealpini (Vegliato e Orvenco a est, Palâr e Leale
a ovest). Oggi, a distanza di 10.000 anni, la trasformazione si è quasi
completata (il Lago di Cavazzo o dei Tre Comuni costituisce il lembo residuo
dell'antico lago, all'estremità del braccio occidentale, più protetto
dall'alluvionamento). La massa lacustre non si è però estinta, persiste ancora
sotto forma di una vasta falda freatica che si estende a pochi metri di
profondità, il cui deflusso verso sud, in parte bloccato per la presenza dei
depositi morenici poco permeabili, dà origine ad un articolato sistema di
risorgive di cui il Ledra è il fiume collettore.
Nel corso dei secoli gli abitanti
della piana hanno cercato di sfruttare al meglio le acque del Tagliamento
mediante derivazioni e canali che utilizzassero la forza motrice dell'acqua e
nel contempo risolvessero il problema della siccità dell'agro: l'antica roggia
di Gemona, detta Plovia cioè pubblica, sin dal Medioevo svolse questa funzione,
ospitando numerosi impianti (mulini, segherie, battiferri) che contribuirono
allo sviluppo della comunità. Nell'Ottocento le esigenze dell'agricoltura
richiesero investimenti notevoli soprattutto nel settore osovano del Campo e
comportarono l'apertura della Roggia Venchiarutti, che il Consorzio di bonifica
Ledra-Tagliamento utilizzò successivamente per la realizzazione dell'ultimo
tronco del canale omonimo in cui venne incorporata.
Oggi il Campo di
Osoppo-Gemona continua ad assumere un rilevante valore strategico, soprattutto
per la presenza nel sottosuolo della maggiore riserva di acqua potabile della
Regione. Oltre allo sfruttamento delle acque superficiali da parte del
Consorzio Ledra-Tagliamento, nella zona di Molino del Bosso tra Artegna, Buia e
Gemona operano le pompe del Consorzio per l'Acquedotto del Friuli Centrale che
riforniscono 300 mila persone della Provincia di Udine. Su uno dei settori più
sensibili della piana è insediata la Zona Industriale di Rivoli di Osoppo, il
cui impatto sull'ambiente richiederebbe a posteriori un'attenta disamina. E' il
segno inequivocabile di una centralità non solo geografica: i tempi sono
cambiati, ma è l'acqua che continua a rappresentare la ricchezza e il limite di
questo lembo pianeggiante del Friuli.
Modalità
di partecipazione
Presenza massima di 50 persone.
Percorsi adatti a tutti, compresi
bambini. Iscrizione 3 euro.
Prenotazione, preferibilmente
entro giovedì 29 settembre presso info@legambiente.fvg.it
oppure presso ecomuseoacquegemonese@virgilio.it
Nessun commento:
Posta un commento