domenica 5 ottobre 2003

La seconda tappa

Domenica 5 ottobre: Budoia - Aviano

Partenza dalla piazza della chiesa di Dardago, ore 8,30.
L’escursione prevede la salita al colle del Cjastelat di Dardago. Poi ci dirigeremo verso il castello di Aviano per poi raggiungere le due presunte cortine di Marsure.


Scarpe & Cervello 2003

Castelli  e borghi fortificati da riscoprire


L'iniziativa propone la visita di un importante e dimenticato patrimonio storico e archeologico locale, indicando anche un diverso modo di porsi rispetto all'emergenza monumentale.
Si vuole così dimostrare, infatti, che più che una serie di singoli luoghi archeologici distribuiti lungo la pedemontana pordenonese, si è in presenza di una vera e propria rete di beni storici e culturali.
Le antiche viabilità, l'organizzazione dei tessuti dei centri abitati, le forme e la distribuzione dei coltivi rimandano a un'antica pianificazione medievale ancora ben evidente.
Oggi questa maglia sembra ignorata dalle nuove direttrici di sviluppo e di collegamento anche se questi luoghi non sono affatto lontani e isolati. Anzi, riscoprendoli, lungo un ideale percorso turistico che li connetta tutti, vogliamo restituire a questi luoghi un peso antico. Sono questi i baricentri dell'identità territoriale della pedemontana e il loro recupero diventa fondamentale per riscoprire questo territorio.
Così Legambiente intende riproporre all'attenzione pubblica un problema evidente: la gestione e la valorizzazione del patrimonio ereditato dai nostri avi. Non siamo particolarmente preoccupati dalla stabilità ecologica di quest’area del Friuli quanto da un lento processo di perdita della memoria collettiva, disaffezione o scarsa riconoscibilità dei luoghi. Temiamo che la comunità locale corra maggiori rischi di omologazione se continueranno a venire meno i legami con la tradizione formale dei luoghi: i suoi paesaggi.
L'iniziativa di quest'autunno è tesa proprio a rendere evidente lo stato di degrado dei paesaggi tradizionali e delle loro emergenze castellane. Non a caso tutti gli insediamenti sono abbandonati e solo una minima parte degli stessi è stata scavata e restaurata.
Durante le camminate avremo modo di impostare ricerche e ragionamenti sull'antico stato dei luoghi, ma anche sulle possibilità che si presentano alle comunità locali per dare nuovi significati a castelli abbandonati e rocche distrutte.


La cortina di Dardago
Una nutrita serie di documenti che partono dal XV secolo testimoniano la memoria toponomastica di una cortina nei pressi della chiesa di Dardago. Gli ampliamenti dell'edificio religioso e la costruzione di una viabilità minore hanno profondamente modificato lo stato dei luoghi, tanto che all'inizio del XIX secolo il toponimo "cortina" era già scomparso.



Il Cjastelat di Dardago
La zona delle sorgenti dell'Artugna fu oggetto di insediamento (S. Tomé) fin dalla preistoria. In periodo antico si consolidò la presenza di un luogo fortificato che non siamo in grado di definire che origini abbia perché inedito e mai indagato con gli strumenti dell'archeologia. Certo è che agli albori della storia scritta questo insediamento fortificato di colle già non esisteva più, mentre al suo piede, forse per un fenomeno di "deriva" insediativa, si andava lentamente a costruire il villaggio nucleato di Dardago. Dal centro del paese cercheremo di raggiungere i pochi resti visibili del fortilizio che per secoli giustificò il toponimo dispregiativo e detrattore di Cjastelat datogli dagli abitanti. Questi permettono di leggere ancora molto bene un doppio sistema di vallo e aggere difensivo che proteggeva la cima spianata del colle che ospitava le strutture abitative.

Sull'archeologia del sito si S. Tomè



Il colle della Guarda
Probabile sito di una vedetta d'età antica. Non lo raggiungeremo, ma ci limiteremo a verificarne l'efficienza in relazione al Cjastelat di Dardago.

Il castello di Aviano
Sull'Artugna, nel medioevo, finiva la giurisdizione polcenighese attribuita al Vescovo di Belluno. Per questo motivo il Patriarca di Aquileia fondò in questo settore occidentale della lunga collina di Aviano un castello dotato di un borgo urbano affidandolo a un consorzio di famiglie investite dei diritti e dei doveri dell'abitanza feudale. Il borgo non si trasformò mai in una vera e propria città e lentamente l'abitato assunse l'aspetto di un villaggio rurale.
Le testimonianze del vecchio castello sono ancora molto evidenti nei resti delle mura e delle torri, ma anche negli spazi vuoti un tempo occupati dal villaggio e dai signori feudatari. Interessante è anche il luogo della chiesa di San Giuliana e il borgo che sorse fuori le mura del castello dando vita a una delle più belle piazze del pedemonte.



La cortina di sotto di Marsure
Si tratta di una cortina popolare inedita segnalata dall'indagine sui microtoponimi e oggi completamente scomparsa. I settori abitati di Tezzat e Bares caratterizzati da questo toponimo erano posti su un terrazzo che sovrastava la campagna arida dei pascoli. Il luogo preciso del fortilizio scomparso è di non facile identificazione. Lo cercheremo


La cortina di Sopra (Chiesa di San Lorenzo)
Concordiamo con l'ipotesi avanzata da Tito Miotti che vuole la collina della chiesa di San Lorenzo di Marsure come il luogo occupato da una estesa e importante cortina rurale. Questa crediamo che sia la cortina "di sopra" di Marsure, giustificata sul fronte del toponimo da quella posta al piede dei rilievi e quindi "di sotto". Le mura che cingono parte del colle hanno un aspetto castrense nonostante il complesso religioso che vi si trova sul vertice abbia subito estese trasformazioni.

N.B. Il programma è provvisorio e Legambiente si riserva il diritto di porre qualsiasi modifica allo stesso


ISTRUZIONI PER L'USO

La partenza di ognuna delle escursioni è facilmente raggiungibile attraverso la viabilità ordinaria.
L’obiettivo è quello di conoscere i castelli ed i beni monumentali dell’area, ma di muovere anche l'interesse  delle comunità locali e dell’opinione pubblica per il recupero di questo patrimonio.
Invitiamo alle singole tappe amministratori, popolazione e studiosi con i quali dialogare per promuovere il recupero ambientale del territorio proprio partendo da quegli "oggetti territoriali" che per secoli sono stati il fulcro dell'ambiente pedemontano.
Questa iniziativa ha lo scopo di introdurre chi ci seguirà ad una lettura e ad una frequentazione della pedemontana Pordenonese non solo di tipo escursionistico, ma anche ambientale e culturale. Vi sono segni del territorio e pagine di storia locale che nessuno ha mai pensato di raccontare o leggere. Riteniamo giusto portare un piccolo, ma crediamo, sostanziale contributo alla scoperta di questi aspetti.
Cosa portarsi al seguito
Ogni partecipante dovrà avere uno zaino per l'escursione nel quale vi consigliamo di inserire una mantella impermeabile o K-way, una borraccia per l'acqua, maglione, ed un eventuale cambio di  biancheria. Va tenuto presente che le escursioni avranno luogo in una stagione abbastanza incerta da un punto di vista climatologico.
Nonostante gli itinerari non presentino difficoltà escursionistiche,  gli scarponi da montagna o pedule sono consigliate. Infatti, alcuni tratti dell'itinerario presentano le modeste difficoltà di una normale escursione su sentiero.
Vi consigliamo anche una pila e qualche strumento per tagliare i rovi che molto spesso avvolgono queste fortificazioni abbandonate.

Partenza e ritrovo
Chi vuole partecipare all'iniziativa deve presentarsi al punto di ritrovo scritto nel programma, meglio se essendosi prenotato ai recapiti di seguito indicati. Alla fine dell'escursione riaccompagneremo gli autisti a riprendere le auto lasciate al punto di partenza.
Vettovagliamento
Il pranzo sarà frugale e al sacco. Ogni partecipante penserà a sé, ma se qualcuno porta vino e dolci anche per gli altri sarà particolarmente apprezzato.
Clima
L'inverno nella pedemontana delle Prealpi Carniche è uno dei più piovosi di tutta l'Italia. Se non avremo la possibilità di effettuare tutta o una parte dell'escursione essa sarà ripetuta con comunicazione agli iscritti ed attraverso il sito internet.
L'originale abbassamento dei limiti altimetrici della vegetazione ha prodotto un clima rigido a carattere più montano che pedemontano. A questo si somma il fatto che quando troveremo le rovine delle fortificazioni l'esplorazione delle stesse ci costringerà a stare fermi sul posto con il rischio di un veloce raffreddamento. Insomma, l'abbigliamento a "cipolla" è obbligatorio come un'ampia mantella impermeabile.

Difficoltà
Tutti gli itinerari sono pensati per un'escursionista poco esperto e non particolarmente veloce. Molto spesso saranno usate le strade più antiche della zona, quelle che un tempo erano frequentate da animali e carri. L’obiettivo non è quello di stabilire dei record di velocità, ma quello di “esplorare” insieme la zona attraversata. Rassicuratevi perché non è prevista nessuna difficoltà alpinistica, anzi.
Di norma le escursioni dureranno  6-7 ore in relazione alla poca luce solare. Per sfruttare la stessa al meglio durante le ultime tappe saranno ridotti i tempi della sosta. 

Quota e modalità di partecipazione
La quota di adesione ad una singola escursione è di € 3 per gli adulti. Questa comprende l’assicurazione, i costi organizzativi, le tre guide che provvederanno a traghettare il gruppo da un castello all’altro.


Per informazioni:
Moreno Baccichet: 043476381, oppure 3408645094, liquentia@libero.it
Legambiente del Friuli Venezia Giulia: 0432 295483, info@legambiente.fvg.it,

Informazioni aggiornate saranno inserite nel sito dell’associazione: www.legambiente.fvg.it

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