sabato 20 ottobre 2012

“Tutto è santo. Non c’è niente di natuale nella natura”: Il paesaggio mitico e arcaico della Medea di Pasolini a Grado


In collaborazione con l’associazione “Graisani de Palù”
21 ottobre 2012


Percorso
L’escursione prevede di raggiungere il confine meridionale della Laguna di Grado con una motobarca e di compiere poi alcuni sopralluoghi a piedi sbarcando a Motta Safon e ad Anfora, a Porto Buso. Diversamente dal solito la maggior distanza la percorreremo con una imbarcazione, mentre le due escursioni a piedi previste saranno relativamente brevi.

Tempo di percorrenza: 7 ore
Si tratta di un’escursione priva di difficoltà se non per il tratto del molo foraneo.  Dislivello: 0m

Motivazioni per la scelta dell’itinerario                             
Pier Paolo Pasolini per iniziare Il suo film sul mito, La Medea, scelse un luogo in cui lo spazio e il paesaggio potesse rimandare a un tempo arcaico e privo di sovrastrutture culturali e fisiche, primordiale ed etereo, tanto da porre il problema del soprannaturale. Un ambiente che frequentò per un lungo periodo dopo che Zigaina glielo fece scoprire.
Il paesaggio rarefatto e all’epoca molto meno frequentato di oggi viene preso a pretesto dal regista per iniziare a dipanare la trama di un racconto, quello che l’uomo-cavallo fa al bimbo che scorge nel paesaggio solo la naturalità e va educato a riconoscere il sacro che sta sopra a questa natura. Pasolini si confronta con uno spazio abitato e modellato dall’uomo con pochissima energia e quindi apparentemente naturale. La stessa forma delle costruzioni temporanee rimanda a una immanente ‘preistoria’. Il casone attorno al quale si girano le prime scene de La Medea testimonia una continuità culturale applicata a un ambiente primordiale. Le riprese di Pasolini non mostrano il paesaggio reale e i concreti rapporti quotidiani con l’uomo che lo abita e lo attiva.
L’escursione ci darà anche il modo di leggere come il territorio sta cambiando nella nostra contemporaneità. L’esperienza turistica proposta ad Anfora con l’albergo diffuso, l’aumento del traffico turistico in relazione ai nuovi posti barca costruiti a San Giorgio di Nogaro, l’abbandono delle valli e dei lavorieri, i problemi di generale manutenzione al sistema canalizio e delle difese a mare saranno oggetto di osservazione e dibattito durante l’escursione e l’esplorazione del territorio.



Pasolini e Zigaina di fronte al casone Safon

Pasolini che dipinge di fronte al casone

L’interno di Casone Safon nelle riprese del film

Descrizione del percorso           
L’escursione inizierà a Grado dove saliremo su una motobarca che ci permetterà di raggiungere il confine meridionale della Laguna di Grado vicino a Porto Buso. Nel tragitto avremo modo di porci il problema dell’orientamento utilizzando i grandi Landmark di un territorio sostanzialmente piatto: il campanile di Barbana, il profilo della Grado moderna, gli impianti industriali di Torviscosa e San Giorgio di Nogaro, le torri edilizie di Lignano. Durante la lunga traversata avremo modo di confrontare cartografie moderne con quelle storiche per renderci conto delle modifiche che negli ultimi anni stanno verificandosi a seguito dei processi di erosione e di deposito. L’erosione non riguarda solo i fini sedimenti lagunari ma anche la presenza stessa delle attività umane in laguna. L’allevamento in valle ormai ha un valore residuale e la trasformazione di molti casoni in seconde case sta minando la stabilità di un disegno paesaggistico di lunga tradizione. Persino l’arginello sul quale è stata girata una celebre scena pasoliniana sta perdendo consistenza anno dopo anno in mancanza di una manutenzione che già all’epoca delle riprese non veniva più riattivata.
Il dosso del casone sul quale Pasolini girò le sue prime scene del film è quasi completamente naturalizzato e manca di molti dei segni di una presenza umana legata alla produzione. Il suo paesaggio anticipa quello che ormai è accaduto in molti altri settori della laguna. L’abbandono delle attività primarie mette in crisi a volte l’esistenza stessa del poco suolo che compone l’isola lasciando quei sedimenti in balia dell’infaticabile azione delle maree.
Pasolini nel suo film non mostra un paesaggio “vero” ma ne coglie alcuni caratteri funzionali al racconto. Non mostra i vicini insediamenti industriali, il villaggio temporaneo di Anfora ricostruito durante il periodo fascista e nemmeno l’imponente struttura dei moli foranei che proprio allora cominciava a costruire una barriera per le correnti marine che trasportano le sabbie. Proprio a poca distanza dal casone che lo ospitava le dinamiche naturali stavano costruendo un grande scanno sabbioso che poco alla volta sarebbe stato colonizzato dalla vegetazione con un processo assolutamente naturale.
L’ambiente capace di evocare uno spazio mitico si trovava già allora all’interno di un mosaico di ambienti che interpretavano anche in laguna la modernità.
Gli amici dei “Graisani di Palù” ci accompagneranno nella visita al casone che è stato recentemente ricostruito dall’associazione a seguito di alcuni decenni di abbandono della struttura. L’edificio è radicalmente diverso da quello frequentato da Pasolini e dalla Callas, ma gli spazi esterni sono ancora quelli descritti nel film. Da qui con l’imbarcazione raggiungeremo il litorale attraccando ad Anfora. Quest’isola fortemente insediata dai pescatori di Grado è stata riorganizzata in periodo fascista con la costruzione di quello che voleva essere un villaggio moderno di pescatori. La tipologia edilizia mostra un tipo estraneo alla tradizione e per la prima volta nella laguna di Grado i ricoveri per i pescatori furono costruiti in muratura portante e non in legno e canna palustre. Insieme alla borgata di Sdobba, al lato opposto della laguna, quello di Anfora è un esempio unico di riorganizzazione urbanistica delle strutture per la pesca.
Da Anfora proseguiremo a piedi lungo l’originario bordo della laguna e le difese a mare rinforzate dopo le grandi mareggiate degli anni ’60. Cercheremo di percorrere questo strano ambiente che fa da confine a ovest con un esteso sistema di valli da pesca poco utilizzate e verso mare da un ambiente di, stagni, scanni e depositi consolidati e colonizzati dalla vegetazione spontanea. Qui ogni segno umano sembra una memoria archeologica e non è chiaro fino a dove riusciremo ad arrivare in questa esplorazione a causa della vegetazione spontanea, del clima e delle maree della giornata.
Rientreremo poi al villaggio di Anfora per poi risalire un breve tratto dei pennelli rocciosi del molo foraneo e fruire di una diversa prospettiva sullo scanno sabbioso, e sul mare aperto.


Bibliografia utile
http://www.youtube.com/watch?v=kvRLjg6jsCA Si può vedere l’inizio della Medea con le scene girate nella Laguna di Grado.
http://graisani.blogspot.it/ Blog ricco di informazioni sulla Laguna di Grado e sull'attività dell'associazione che ci ospiterà a Safon
Claudio Magris, Microcosmi, Milano, Garzanti, 1997

1 commento: