Con Legambiente
per scoprire la tua regione, vedere con occhi nuovi luoghi noti e meno noti,
per affermare le necessarie tutele alle identità del Friuli Venezia Giulia
Questa proposta è un po’ una costola dell’esperienza pluriennale che
Legambiente regionale ha maturato con “Scarpe&cervello” e vuole aggiornare,
migliorare e riproporre su tutto il territorio regionale e non solo nell’area
montana quel modello di occasioni per il tempo libero che consentano una
conoscenza diretta del territorio, offrano spunti di riflessione sulle identità
ambientali locali e sulla loro progressiva formazione, possano diventare anche
strumenti di iniziativa ambientalista e momento di dialogo con gli enti
preposti alla tutela del paesaggio.
Un progetto che ci sembra contemporaneamente semplice ed ambizioso e
che affidiamo alla partecipazione dei soci di Legambiente, dei simpatizzanti,
delle persone che vogliano condividere momenti di svago, di informazione, di
crescita civile. Un progetto che Legambiente non considera una propria
esclusiva, ma che può anzi essere occasione di rapporto con le tante
associazioni e circoli che, anche a scala locale o comunale, operano attorno
alle ricchezze e peculiarità ambientali, culturali, linguistiche, di beni
artistici delle tante comunità locali.
Due sono le occasioni che rendono attuale una proposta di attenzione
alla qualità dei paesaggi regionali, alla loro diversificazione, al loro
progressivo e costante mutare, in peggio o in meglio, a seguito delle attività
umane.
1905 - 2005:
cento anni
fa la prima legge per la protezione del paesaggio in Italia.
Il 16 luglio del 1905 veniva promulgata una
legge per la protezione di un tratto del litorale romagnolo alla quale si
attribuisce il ruolo di prima legge per la protezione del paesaggio italiano.
Il dispositivo legislativo si limitava a rendere demaniale l’ambito, ampio,
della pineta di Ravenna riconoscendone il carattere mutevole e continuamente in
trasformazione per l’azione dei trasporti fluviali, del mare e del vento
litoraneo. Tra i motivi che giustificavano il provvedimento individuiamo una
speciale idea patriottica e romantica che univa ai luoghi naturali la memoria
di eventi storici o letterari nazionali.
Il ministro Luigi Rava, promotore della legge, riconduceva la sua
azione alle attività di protezione dei luoghi che si stavano operando in altre
nazioni con la costruzione di parchi naturali (Stati Uniti d’America), di
territori sottoposti a vincoli paesaggistici (Francia). Per Rava la pineta era
“un insigne monumento nazionale (…) sede venerabile di nobilissime memorie
d’arte e di letteratura, che investono tutta quanta la nostra vita
intellettuale”.
Il rilievo della discussione era ben chiara a tutti i deputati a
partire dal relatore della legge, membro della commissione parlamentare
istituita il 24 giugno del 1905, pochi mesi dopo la promulgazione della prima
legge per la protezione del paesaggio francese. Ricordò Giovanni Rosadi
all’aula che “non sono monumenti d’una nazione soltanto le mura, i simulacri e
gli archi, che nella purezza delle linee e nella potenza dei marmi e dei bronzi
attestano dei sentimenti di bellezza e dei fasti di gloria di una gente civile;
ma anche le foreste, i monti, le acque e quei rari lembi dei suolo patrio, che
per lunghe tradizioni ricordano gli atteggiamenti morali e le fortune politiche
d’un popolo, sono monumenti nazionali, benché non eretti dall’arte che
riafferma ed esalta i fatti compiuti, ma creati dalla natura che spesso li
predestina e li ispira”.
La riforma annunciata dell’urbanistica regionale
Dopo essere stata fra le prime Regioni a
dotarsi di un Piano urbanistico la nostra è diventata, invece, una delle più
arretrate nell'aggiornare i propri strumenti urbanistici sia rispetto al nuovo
quadro di competenze istituzionali, sia rispetto alle esigenze di tutela del
territorio che della costruzione di processi di pianificazione condivisa delle
scelte sociali ed economiche.
Ora si riparla di modifica della “storica”
L.R. 52 del 1991 e di revisione del P.U.R. La tutela ambientale, dei paesaggi,
della biodiversità non sono stati, almeno sinora, dichiarati come uno degli
obiettivi qualificanti di questo percorso.
Con “Dentro il paesaggio” Legambiente propone
una dimensione del paesaggio né bucolica, né astratta, né metafisica. Tutti i
luoghi sono modificati dalle presenze e dalle attività umane. La loro
godibilità o meno è spesso frutto di scelte che hanno consolidato non solo un
paesaggio ma anche rappresentato un evento storico o un momento sociale. Oggi
ogni intervento che riconsegni ad un territorio nuove funzioni, nuovi insediamenti,
e creare quindi un nuovo paesaggio sociale, dovrebbe misurarsi con la
partecipazione e con la sostenibilità.
Ecco il senso che cercheremo concretamente di
dare, per una domenica al mese, allo stare in compagnia ed al vedere luoghi del
Friuli Venezia Giulia.
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