La Fortezza FVG non è diversa da altre fortezze di più antica concezione, ha un suo perimetro e lungo questo perimetro sono posizionate le feritorie e le ritodde da cui le armi investono di fuoco il nemico.
La difesa di un perimetro, anche in una fortezza suigeneris come questa, è una delle priorità strategiche.
L'armamentario della difesa è completo, dalle fuciliere alle artiglierie ed il controllo del territorio per successive linee di difesa si palesa man mano che la ricerca prosegue.
Il ponte in legno sul fosso anticarro della prima Guerra Mondiale a nord di Paluzza fa capire che il tema della difesa dei confini è un teme vecchio anche nella cosiddetta era moderna. |
Fortificazione per fucileria |
Interno della fortificazione |
Feritoia è rilevabile la modalità pittosto spartana dell'edificazione |
La realizzazione di tutto un sistema di manufatti interrati era funzionale al riparo delle truppe in caso di bombardamento da parte dell'artiglieria nemica. |
Cunicoli e gallerie connettevano le postazioni di tiro e i rifugi |
Bocche mascherate con un ampio cono di visuale consentivano agli artiglieri di controllare il terreno dinnanzi alla postazione. |
Le aperture nella roccia sono mascherate in tempo di pace per renderne difficile l'identificazione. |
Alle postazioni si accede attraverso porte blindate. |
La profondità delle fortificazioni era legata alla necessità di difendere le truppe e le installazioni dai bombardamenti. |
Le dimensioni dei mascheramenti raggiungevano dimensioni notevoli. |
Le fortificazioni erano collegate alla viabilità ordinaria da strade di servizio |
Mascheramento di bocca di artiglieria |
Dietro il mascheramento la feritoria con il cono di visuale |
L'accesso ai buncher era spesso mascherato con strutture in cemento o ferrro |
La rete lavorata a formare corrugamenti simil naturali veniva poi rivestita di cemento |
Feritoia di osservazione |
Mimetizzazione di una scala d'accesso |
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