giovedì 26 aprile 2012

Punti di vista triestini


Durante l’escursione del 29 aprile avremo modo di raggiungere due luoghi importanti, a partire dalla metà dell’800, per l’iconografia triestina: il castello di Miramare e il belvedere dell’obelisco. Il castello, forte di un immediato successo dell’immagine che diffondeva la visione della residenza degli Asburgo, veniva presentato con riprese stereotipate da terra: la prospettiva del palazzo che si staglia sul mare visto dal porticciolo, con qualche timido tentativo di fotografare l’edificio dal molo. Oppure dalla riva settentrionale, lungo la strada che proveniva dalle scuderie, dividendo in tre la foto, a sinistra il mare, al centro la residenza e a destra l’ombreggiato parco. Le foto-cartolina dal mare sono così rare da rendere evidente l’intenzione di usare l’edificio come “cerniera” ricca di significati tra il versante-parco e il mare.
Un discorso diverso lo merita il luogo dell’obelisco, lungo la strada ottocentesca che collegava Opicina a Trieste, costruito come un grandioso belvedere sulla città. In questo caso una serie meno folta di fotografie commerciali documenta l’esperienza della percezione visiva che dall’alto lascia alla città costruita il compito di far dialogare le rive dell’altipiano con il mare. La ripresa è unica ed efficace al punto che pochissime altri panorami dall’alto entrarono nell’iconografia urbana triestina con tanta forza.
Il ruolo di queste riprese nella costruzione di un mito turistico e identitario di Trieste è una ricerca tutta da fare, certo è che anche solo svolgendo una piccola indagine in rete sulle cartoline triestine emergono moltissime immagini (alcune le pubblico qui sotto) che testimoniano l’uso ripetuto degli stessi punti di ripresa.






























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