A Orzano (Ud)
si conserva un paesaggio a campi aperti di tradizione medievale
I territori con antica organizzazione del particellato a nord e quelli di riordino a sud e ovest
Non è facile trovare in Friuli un ambiente antropologico così
ben conservato come il sistema dei campi lunghi e stretti che circondano l’abitato
di Orzano. Se si esclude un’area profondamente riordinata in età recente il
sistema del tessuto medievale è facilmente riconoscibile con l’alternanza di
piccoli campi allungati coltivati a seminativo dove la pedologia del terreno era
più favorevole e a prato stabile nei settori più aridi. Nonostante la
progressiva colonizzazione di questo disegno colturale promossa dalle moderne
tecniche di aratura abbia reso poco funzionali queste proprietà sparse, e abbia
quasi fatto sparire i prati stabili, la complessità della matrice del
particellato è ancora riconoscibile. I soli alberi presenti in questo
territorio coltivato sono di recente formazione, o strisce reimpiantate a
boscaglia o fasce di prati abbandonati al selvatico. In origine questo spazio
era un grande vuoto coltivato, mentre le piante utili alle attività della
comunità erano concentrate nelle aree più basse con un funzione di mitigazione
rispetto alle esondazioni del Malina.
Il bordo settentrionale del villaggio di Orzano in rapporto alla
campagna
Il paesaggio a campi aperti
Alternanza di coltivazioni su tre strisce di terra e un
lotto lasciato selvatico alle spalle
Impianti boschivi che interrompono i campi coltivati
Un albero di ciliegio e un gelso sono lo storico riparo “produttivo”
lungo la capezzagna
Un campo di orzo con degli impianti d’alberi sullo sfondo
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