martedì 18 giugno 2013

A Orzano (Ud) si conserva un paesaggio a campi aperti di tradizione medievale
I territori con antica organizzazione del particellato a nord e quelli di riordino a sud e ovest
Non è facile trovare in Friuli un ambiente antropologico così ben conservato come il sistema dei campi lunghi e stretti che circondano l’abitato di Orzano. Se si esclude un’area profondamente riordinata in età recente il sistema del tessuto medievale è facilmente riconoscibile con l’alternanza di piccoli campi allungati coltivati a seminativo dove la pedologia del terreno era più favorevole e a prato stabile nei settori più aridi. Nonostante la progressiva colonizzazione di questo disegno colturale promossa dalle moderne tecniche di aratura abbia reso poco funzionali queste proprietà sparse, e abbia quasi fatto sparire i prati stabili, la complessità della matrice del particellato è ancora riconoscibile. I soli alberi presenti in questo territorio coltivato sono di recente formazione, o strisce reimpiantate a boscaglia o fasce di prati abbandonati al selvatico. In origine questo spazio era un grande vuoto coltivato, mentre le piante utili alle attività della comunità erano concentrate nelle aree più basse con un funzione di mitigazione rispetto alle esondazioni del Malina.

Il bordo settentrionale del villaggio di Orzano in rapporto alla campagna

Il paesaggio a campi aperti

Alternanza di coltivazioni su tre strisce di terra e un lotto lasciato selvatico alle spalle

Impianti boschivi che interrompono i campi coltivati

Un albero di ciliegio e un gelso sono lo storico riparo “produttivo” lungo la capezzagna

Un campo di orzo con degli impianti d’alberi sullo sfondo






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